di Giancarlo Grassi, #politica
Il leader politico che non voleva celebrare il 25 aprile, alleato di quella forza politica i cui esponenti celebrano i caduti nazisti, ma non quelli italiani, quello che con la bandiera italiana voleva nettarsi le terga – perché siam dei signori – corre alla corte del sovranista Bolsonaro che a Pistoia ricorda i caduti brasiliani con Salvini al seguito.
Come le politiche sovraniste insegnano la celebrazione dei caduti, soprattutto all’estero, rende sempre di più che prendersi cura dei vivi che poi hanno il vizio di parlare, smentirti, mandarti a quel paese e ricordarti che anche se ti senti dio anche tu vai al cesso e un giorno morirai.
La celebrazione salviniana dell’iper-sovranista ambientale e No vax Bolsonaro, mette leggerissimamente in imbarazzo Forza Italia, ai cui leader deve tanto piacere sentirsi in imbarazzo da non fare niente per liberarsi di coloro che tanto imbarazzo gli provocano – del resto il sogno del Quirinale è lì, e tale resterà – e non riescono a dimenticarsi che Bolsonaro è stato messo in stato di accusa dalla commissione parlamentare Covid del suo paese per genocidio e crimini contro l’umanità e le popolazioni indigene (oltre ad altri capi di imputazione molto gravi) a causa della sua gestione della pandemia: oltre 608 mila morti e quasi 22 milioni di casi. Così a Forza Italia tocca dire: “La nostra politica estera è quella di Draghi e non quella di Bolsonaro”, e lo dice a La Stampa. Anche se la frase giusta da dire sarebbe stata “La nostra politica estera è quella di Draghi e non quella schizofrenica di Salvini”.
(2 novembre 2021)
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