di G.G.
Da qualche giorno un gruppo di cittadini si è accampato di fronte alla sede del Comune di Viareggio per reclamare più giuste e inclusive politiche contro l’emergenza abitativa e sociale, in una città dove un piccolissimo appartamento di 25mq scarsi con balconcino su una via dove non c’è nulla costa attorno ai 600 € mensili. So di cosa scrivo, è esperienza personale diretta.
I cittadini che manifestano non sono pericolosi agitatori da bombe carta come quelli che con allegria si esibiscono a Roma e Torino affinché il governo possa poi dare la colpa a mai troppo identificate sinistre, sono cittadini che si impegnano affinché la mai troppo svergognata ipocrisia di chi crede di vivere a Parigi, possa diventare oggetto di dibattito e di confronto politico sano, attraverso lo strumento legittimo del presidio permanente per chiedere un tavolo istituzionale sull’emergenza abitativa e sociale. Abbiamo parlato con alcuni di loro che ci hanno informato che fino ad ora dal Comune di Viareggio non è stato fatto un passo che non sia quello di trincerarsi dietro uno sprezzante silenzio che se dice poco di nuovo sulla qualità dei politicanti che disprezzano i cittadini che li contestano, dice molto sui loro piedi d’argilla.
Ora, in attesa che almeno una delle loro auguste maestà – non necessariamente la più alta carica, non ci si aspetta tanto – scenda dal trono per parlare con la plebe, ne diamo notizia cercando di averne di nuove per potervi aggiornare nella speranza che, pur ritenendo questa cittadina gradevole per quanto poco c’è da vedere e soprattutto per quanto c’è da raccontare di quel che non si vede, l’amministrazione attuale e quella prossima decidano di uscire dal delirio affitti brevi o contratti transitori da ottobre a maggio comprendendo che gli esseri umani non sono solo turisti: tutte e tutti hanno diritto (e bisogno) di un tetto sulla testa.

(1 dicembre 2024)
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