Le dimissioni della Sindaca di Prato sottolineate con titoli tipo tintinnio di manette dai soliti quotidiani composti per lo più da lacché al servizio di queste destre dal linguaggio e dalle azioni inguardabili e ingiustificabili, sono l’ennesima tegola su una politica che è riuscita nella non facile impresa di delegittimarsi da sé, credendosi onnipotente.
Naturalmente non può non fare rumore assordante la vicenda di una Sindaca, donna, prima sindaca di Prato, eletta con il PD, nella Toscana di Giani culla di un progressismo onesto e costruttore. Nemmeno può stupire che gli organi di destra di cui sopra, becerume puro, nell’evocare tintinnii di manette con il giustizialismo che è loro proprio, ignorino le numerose indagini su esponenti di FdI che partono da Genova e finiscono in Calabria, preferendosi la solita carta igienica stampata.
Ci si chiede come uscirà da questo tunnel di ingiustificabile superficialità una politica – intesa come tutto un sistema teso alla sola autoperpetuazione, come già ebbe modo di denunciare Bettino Craxi in un discorso che ai tempi fece scandalo ma che suona come un triste vaticinio, triste nella sua spietata esattezza – che non serve più nemmeno a se stessa schiacciata tra i bisogni di chi ha pochissimo e quelli di chi ha moltissimo. Oltre che dagli immagini problemi geopolitici.
(21 giugno 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata