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Si infortuna sul lavoro e perde il posto. E c’è dell’altro (breve storia triste)….

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di P.M.M.

Lui si chiama Lewis (nome di fantasia), ha 38 anni, è in Italia da anni con lo status di rifugiato politico perché viene da un paese africano dove con gli oppositori politici non ci vanno tanto per il sottile. Il suo braccio sinistro è rimasto incastrato in una macchina, doppia fattura all’avambraccio, perdita di forza del braccio e relativo riconoscimento di danno permanente da parte dell’INAIL.

Quando il suo datore di lavoro lo ha accompagnato al pronto soccorso per le prime cure gli ha raccomandato, con piglio deciso, di non fornire le vere circostanze dell’accaduto, ma di mentire dicendo di essere caduto dalle scale. Lewis invece ha raccontato la verità. Diversi giorni d’ospedale, operazione all’avambraccio con inserimento di placche d’acciaio e bulloni e quindi, dato che non aveva mentito, il licenziamento (nullo, perché senza giusta causa). Lui, straniero 38enne che parla male l’italiano dato che nessuno si preoccupa di rendere le leggi sull’immigrazione italiane non soltanto piacevoli per gli occhi di Salvini, ma anche giuste obbligando gli stranieri ad imparare l’italiano, ha difficoltà con i documenti e incappa in una serie di sciacalli travestiti da assistenti legali che lo menano per il naso per un po’ e lui è talmente disperato che su un treno si sfoga con me che sono uno sconosciuto, semplicemente perché gli ho detto buongiorno e parlo inglese, e scoppia in lacrime mostrandomi una lunga serie di documenti che mi fanno vergognare di appartenere a questo paese di odiatori seriali che tutto ciò che fanno è partorire norme, normette e normine per rendere impossibile la vita al prossimo. Mi chiede se posso aiutarlo (no, Signora mia, non mi chiede soldi e non si flagella vittimizzandosi, proprio non sa dove andare anche perché attende un cospicuo risarcimento – che non gli arriva – e rischia di finire per strada perché il suo padrone di casa lo sta buttando fuori).

Gli fornisco indicazioni su luoghi dove può andare e dove certamente ci sono persone che sono in grado di spiegargli le complicate norme italiane in modo che lui possa capirle. Quando scende alla stazione di XXX, almeno due ore prima della mia, mi abbraccia come se fossi suo fratello e gli avessi regalato milioni di euro.

Fine della breve storia triste.

 

 

(18 ottobre 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 

 



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