di Daniele Santi
Nemmeno nei più peggiori incubi Donna Meloni premier in pectore, poteva immaginare qualcosa di simile. Aspetti decenni, e nel frattempo impari il mestiere [sic] come vicepresidente della Camera e poi ministra della Gioventù (con percentuale di disoccupazione tra i giovani che schizza di 11 punti all’insù durante il tuo triste mandato), riesci a convincere gli elettori (il 26% di quel 66% che sono andati a votare ergo non sei maggioranza nel paese) di essere il nuovo e vinci le elezioni nel momento più difficile della storia recente d’Italia.
Meloni trema, anche se ostenta sicurezza. Gli economisti l’hanno mandata alle ortiche con gentile “No, grazie. Di mal di pancia ne abbiamo a sufficienza”, la congiuntura economica è tra le più sfavorevoli dai tempi dell’austerity degli anni ’70, gli scudi fiscali si dissolvono, aumentano i tassi, aumenta l’inflazione, lo spread tornerà ad essere quel cavallino impazzito che era quando Berlusconi e governo se ne scapparono a gambe levate nel 2011 (e Meloni e Salvini erano già lì), c’è una guerra che rischia di farci saltare in aria tutti da un momento all’altro e ci si incontra in via della Scrofa per sistemare questioni personali su offese presunte e sul marcamento di territori tipo pisciatina di cane.
Ma il punto è assai più semplicisticamente un altro: Meloni non può più accusare i governi (degli altri) di portare l’Italia nel burrone e siccome non sa cosa fare, nonostante sia davvero una donna abile, più abile di quanto le liti da lavandaie che è costretta a gestire la mostrino (non la voterò mai, ma la sua abilità è innegabile), è costretta a ripetere la solita manfrina del governo di alto profilo (e siccome abbiamo compassione, evitiamo di sciorinare nomi e cognomi di eletti in Senato che non si potrebbero nemmeno definire profilo, semmai ectoplasma, persone che conosciamo per esperienza diretta la cui cultura non va più in là dello sputo sul selciato che porta la tubercolosi).
In realtà non ci sarà alto profilo, non ci sarà ripresa, non ci sarà il miracolo di Meloni e , siccome non c’è nemmeno la certezza che ci sarà un governo, se la prenderanno come al solito con le minoranze. State a vedere.
Succede mentre l’Italia può attendere e i ci sono un sacco di tecnici dietro l’angolo in attesa del momento in cui Mattarella dovrà chiamarli. Così Meloni tornerà felicemente a dare la colpa agli altri che hanno portato l’Italia nel baratro.
(18 ottobre 2022)
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