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Fino al 24 aprile quindici artisti espongono in sei gallerie fiorentine

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di Redazione, #Firenze

Doveva durare un mese – dal 21 marzo al 20 aprile 2021 – ma in effetti il progetto Primo vere, con apertura al pubblico dalle 11 alle 18 di ben sei gallerie d’arte contemporanea di Firenze con le opere di una quindicina di giovani artisti, a causa dell’emergenza sanitaria è rimasto visibile una sola settimana (fino al 28.03), riscuotendo comunque interesse tra gli addetti ai lavori e un notevole successo di pubblico.

Tornando Firenze in “zona arancione”, anche le gallerie d’arte possono riaprire e la mostra Primo vere sarà visibile in tutte e sei le gallerie sicuramente fino al 24 aprile, grazie alla proroga di una settimana.

Nata su idea del direttore artistico del Museo Novecento di Firenze, Sergio Risaliti, e in più che simbolica concomitanza con l’equinozio di primavera, il titolo Primo vere reinvia all’esordio editoriale del giovanissimo Gabriele d’Annunzio che a soli 16 anni diede alle stampe la sua prima raccolta di poesie.

Le gallerie coinvolte – Frittelli, Il Ponte, La Portineria, Poggiali, Santo FicaraEduardo Secci -, sono tutte di Firenze, determinate a fare sistema per dare un forte segnale di rinascita culturale della città abbracciando l’idea di esporre per un mese opere di giovani artisti che vivono o gravitano stabilmente  in città, e che adesso più che mai hanno bisogno di sostegno, dimostrando che Firenze non è una città-vetrina, ma città-laboratorio dove i giovani decidono di risiedere per vivere esperienze formative, maturare e intercettare l’interesse degli operatori del settore.

«Primo Vere è un’iniziativa che apre uno spiraglio di generosità e di attenzione nei confronti del talento creativo – dice Sergio Risaliti -. Un’occasione per verificare l’esistenza di un sistema artistico locale e di una vitalità creativa radicata nel territorio. Giovani artisti e gallerie storiche avviano per la prima volta un progetto espositivo diffuso per mettere in evidenza le potenzialità di Firenze contemporanea, una città laboratorio, inclusiva e formativa, che non vuole essere solo vetrina e passerella, e dove le nuove sensibilità possano trovare occasioni per fare esperienze e sviluppare relazioni in un contesto di nuovo umanesimo che non viva e coltivi il desiderio di bellezza in una sola direzione, il passato, e con un solo scopo, la rendita di posizione. Si tratta di un altro tassello importante per la ripartenza di Firenze nel cambiamento e nell’orbita di una politica culturale che riconosca nei cittadini, e nei giovani in particolare, i protagonisti della rinascita, e nell’arte il volano storicamente necessario per la costruzione di un nuovo umanesimo».

Per una settimana in più del previsto, ogni galleria presenta lavori di uno o più artisti, coordinati dalla supervisione scientifica dello stesso direttore Risaliti, con l’intento di ribadire il concetto di sistema, sfatando luoghi comuni che vedono Firenze come città di perenni Guelfi e Ghibellini, città museo, luogo ostile alla sperimentazione più radicale.

In mostra gli artisti Jessica Fillini, Veronica Greco, Melissa Morris, Gianluca Tramonti, Regan Wheat (Galleria Frittelli);  Jacopo Buono, Matteo Coluccia, Stefano Giuri (Galleria Il Ponte); Marco Mazzoni (Galleria La Portineria); Francesca Banchelli, Irene Lupi, Virginia Zanetti (Galleria Poggiali); Davide D’Amelio, Gabriele Mauro (Galleria Santo Ficara); Max Mondini (Galleria Eduardo Secci).

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