di Paolo M. Minciotti
Metti di vivere in un posto dove a tre metri di distanza, cioè dall’altro lato della strada, cioè all’angolo con la piazzetta alla tua destra, insomma ce l’hai in casa, venga aperto più o meno con frequenza, più o meno a discrezione del gestore, un piccolo bar dove ad avere fortuna si possono incontrare a volte fino a due clienti contemporaneamente, non certo a causa della inenarrabile maleducazione del proprietario…
Metti che, forse per rimpinguare le casse che si immaginano non stracolme di piccioli, il gestore in questione il giovedì e il sabato sera, con la puntualità che soltanto i poveri in spirito possono immaginare, decida di dare la stura a serate pseudo-discoteca per sessantenni che mai hanno superato l’adolescenza, che gridano di gioia per questa o quella canzone anni ’70 (il nuovo che avanza) nonostante il corpo cadente, con volumi insopportabili che ti costringono a tenere il volume della televisione, o della radio, o di qualsiasi cosa tu stia facendo in casa tua, persino una conversazione, a livelli insostenibili…
Metti che, esasperato da tanta inciviltà che fa a pugni con la pretesa che gli abitanti hanno – questi poveracci! – di definire il luogo dove stanno “il più bello del mondo” e “non c’è un altro posto come questo” (e meno male), tu decida di rivolgerti alle forze dell’ordine chiamando il numero di emergenza che ti passa prima a un corpo, poi a un altro, poi a un altro ancora, dove vieni accolto da una segreteria telefonica [sic] che ti invita e rimanere in linea e tuuuu tuuuu tuuu poi ti rispondono e gli esponi la questione…
Metti che, alla tua rimostranza, venga risposto che non sappiamo cosa fare, dovremmo uscire con i decibel (che immaginiamo non essere il vecchio gruppo di Enrico Ruggeri) e non è così semplice e comunque se lei non ha la casa insonorizzata questo è un problema – la casa insonorizzata? Questo qui fuori fa i cxxxi suoi come se vivesse da solo insieme ai quattro bovari che si ubriacano in quel suo posto di mxxxa e io dovrei avere la casa insonorizzata?
Metti che, decidendo di soprassedere dall’insultare la povera donna che ti ha risposto, la quale non ha evidentemente colpa dello stato in cui si trova, tu ti trovi a rispondere che “capisci che per i decibel ci vogliano competenze” comprendendo che all’altro capo della conversazione la signora ha un mancamento perché alla parola competenza qualcosa le è sfuggito, così tu la rincuori, le auguri buon lavoro e le dici grazie per tutto quello che fa, perché troppo spesso in questo paese anche l’insignificanza costa sforzo e se proprio non ce la fai, e la signora gna fa’, puoi sempre prendere esempio dal governo e dare la colpa alla sinistra.
E lentamente, giorno dopo giorno, questo paesucolo-Italia convinto di essere popolato da gente furbissima che domina gli eventi si ritrova a fare i conti con la protervia, l’ignoranza, la maleducazione, la sporcizia, i cani che abbaiano a tutte le ore, i sessantacinquenni vestiti come adolescenti, l’odore di fogna, le case marce (dice un amico), nella convinzione infantile che questo sia il luogo più bello del mondo – perché tocca conoscere il resto del mondo per avere termini di paragone, ma per andare in giro devi muovere il culo e se vai all’estero e nessuno parla il dialetto locale che biascichi convinto che sia lingua italiana, come la mettiamo?
(12 marzo 2023)
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