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La Toscana delle Donne, Toscana prima in Italia ad approvare la Carta Etica sport al femminile

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Provare a sconfiggere gli stereotipi della differenza di genere anche nello sport con attenzione in particolare ai diritti sindacali ed economici e alle opportunità di avanzamento di carriera. Tutti punti ancora molto penalizzati in Italia dove, in 120 anni di storia del Coni mai una donna è stata presidente. Dove su 48 Federazioni sportive nazionali solo una è presieduta da una donna. Dove 12 milioni di donne sono escluse dalla possibilità di praticare uno sport. Dove, nella spedizione olimpica a Parigi, su 470 delegati accompagnatori solo 70 erano donne. E dove, nel 2024, solo le calciatrici possono fregiarsi dello status di professioniste.

La Toscana dello sport al femminile si è data appuntamento oggi al Centro Tecnico di Coverciano per approfondire tutti questi elementi con il convegno dal titolo ‘Donne e sport: cambiamo le regole del gioco’, nell’ambito della terza edizione de ‘La Toscana delle Donne’. Un’occasione anche per conferire premi ad alcune atlete e società toscane ma soprattutto per presentare la Carta Etica dello sport al femminile. Che la Regione presto approverà in giunta, prima in Italia ad adottarla.

“L’intenzione di questa terza edizione – ha detto il presidente Eugenio Giani – è arrivare a finalizzare alcune azioni, e tradurre tutti i principi e valori che condividiamo in iniziative concrete. Da qui l’adozione della Carta Etica, che approveremo presto in giunta e che contiene tutta un serie di regole e criteri di premialità, a chi deciderà di adottarla e metterla in pratica, per l’accesso ai bandi che la Regione emanerà: siano per contributi per le società sportive oppure quelli destinati ai Comuni per la manutenzione e realizzazioni di impianti sportivi. I criteri potranno essere ad esempio l’esistenza del settore femminile per una determinata disciplina, oppure l’organizzazione di iniziative legate al mondo sportivo femminile o la creazione di strutture appositamente dedicate alle donne negli impianti. Insomma siamo la prima Regione ad adottare questo vademecum che non è solo un elenco di principi ma soprattutto uno stimolo ad azioni concrete per perseguire quella parità a cui dobbiamo tendere subito, anche nel mondo dello sport”.

Spazio alla tavola rotonda nella prima parte della mattinata, moderata dalla giornalista Ilaria Masini. A prendere per prima la parola la capo di Gabinetto Cristina Manetti, sottolineando che “anche nel mondo dello sport il lavoro da fare è ancora tanto. Oggi presentiamo la Carta, un modo per tracciare la strada che vogliamo percorrere, verso cioè una parità di genere che sia effettiva in termini di diritti sindacali, economici e di avanzamento di carriera. I risultati ottenuti dalle atlete, ed il prestigio che ne deriva, sono sempre più importanti ed è perciò arrivato il momento di spingere per l’affermazione concreta di questi diritti. Le regole del gioco vanno riviste per far sì che le donne abbiano lo stesso trattamento degli uomini”.

Luisa Rizzitelli, presidente di ASSIST, Associazione Nazionale Atlete, l’ideatrice e la promotrice della Carta che già tante città e realtà hanno adottato ha spiegato che “questa nasce per capire come superare certi stereotipi di genere che ancora resistono. Non è uno strumento teorico ma pratico, che tocca punti fondamentali come ad esempio quanto gli impianti vengono concessi a società femminili, quanto vengono pagate le atlete, qual è il numero di donne che riescono ad arrivare a ricoprire ruoli di dirigente o tecnici. Se manca la parità manca il rispetto e questo non possiamo più tollerarlo. La parità per cui lottiamo deve esserci ora, non tra 30 anni”. Secondo Sandra Zecchi, presidente di Soroptimist Firenze Due, l’associazione che ha collaborato alla stesura della Carta e alla sua applicazione, dice che “siamo impegnati in tanti progetti al femminile, in tutti gli ambiti, non solo nello sport. Ritengo che bastino piccoli ma grandi gesti per affermare diritti, come ad esempio l’uso di un linguaggio più rispettoso e consono quando si commentano le imprese sportive delle donne”. Su questo concetto insiste soprattutto Mara Cinquepalmi, giornalista dell’associazione GiULia Giornaliste, in collegamento audio da Bologna. “Vorrei soffermarmi sull’inappropriatezza dei titoli e del linguaggio che spesso vengono usati in campo giornalistico per risultati sportivi femminili, oppure la bassa presenza di notizie sportive legate alle donne. Ricordiamoci che il linguaggio spesso fa la differenza e determina anche l’atteggiamento del lettore su determinati temi”. Infine Monica Fabbri, medico della Nazionale di calcio femminile e della Savino del Bene Scandicci Volley che ha evidenziato come “l’attenzione di sponsor e media ha cominciato a spostarsi anche sulle donne”, ma anche di aver toccato con mano lo stupore altrui “nel vedere una donna in uno staff medico di una squadra maschile, come mi è capito in Algeria ai Giochi del Mediterraneo. Il calcio è l’unico sport che ha concesso lo status di professioniste alle donne. Un grande traguardo, ma dobbiamo considerare la condizione di tutte le altre centinaia di ragazze che praticano tutte le altre discipline”.

Ad assistere all’incontro anche gli studenti di alcuni licei sportivi: Gobetti Volta di Bagno a Ripoli, il Dante Alighieri ed il Calamandrei di Firenze ed il Coluccio Salutati di Montecatini.

A precedere le premiazioni i video di saluto di tre medaglie d’oro olimpiche: la pistard Vittoria Guazzini, la pallavolista della nazionale e della Savino del Bene Scandicci Ekaterina Antropova e la tennista Jasmine Paolini. Oltre a quello di Alessandra Cappellotto, ex campionessa di ciclismo, che ha raccontato l’esperienza dell’associazione sportiva da lei fondata, Road to Equality. e della ciclista afgana Yuldoz Hashimi.

Prima a salire sul palco per ricevere il Pegaso è stata Fiamma Cocchi, medaglia d’argento agli Europei 2024 nel paraclimbing, l’arrampicata per atleti disabili. Quindi è stato il turno di alcune atlete che hanno preso parte alle Olimpiadi a Parigi: le nuotatrici Lisa Angiolini e Costanza Cocconcelli, la velocista Irene Siragusa e la pallanuotista Caterina Banchelli. Quindi quattro atlete paralimpiche: tre componenti della nazionale di sitting volley, Eva Ceccatelli, Giulia Aringhieri ed Elisa Spiedacci, e la canottiera Greta Elisabeth Muti. Infine la squadra femminile della Pallavolo Castelfranco, neo promossa in A2 e due calciatrici della Fiorentina women, la capitana Alice Tortelli e Lucia Pastrenge.

Chiusura della giornata con la presentazione della Carta Etica dello sport al femminile da parte del presidente Giani, di quello del CONI Toscana Simone Cardullo e di Cristina Manetti.

La Toscana delle Donne, presentata a Coverciano la Carta Etica dello sport femminile

Riuscire ad affermare un mondo sportivo più inclusivo, superare discriminazioni e violenze, sensibilizzare su pari opportunità e diritti, promuovere un linguaggio di genere e, più in generale, una cultura sportiva universale. La Regione, in occasione della terza edizione de ‘La Toscana delle Donne’, ha deciso di aderire alla Carta etica dello sport al femminile, progetto ideato e promosso dall’Associazione Assist, l’Associazione Nazionale Atlete. Si tratta della prima Regione in Italia a farlo. La Carta è stata presentata oggi al Centro Tecnico di Coverciano nell’ambito dell’incontro dal titolo ‘Donne e sport: cambiamo le regole del gioco’.

Otto articoli che affermano senza mezze misure che lo sport non è soltanto una prerogativa maschile e che la possibilità di poterlo praticare deve essere garantita a tutti: a qualsiasi età, a qualsiasi livello, per tutte le abilità e disabilità. La Carta prova ad abbattere in ambito sportivo stereotipi e pregiudizi e a promuovere qualsiasi intervento, in collaborazione con comuni, associazioni e società sportive, che vada nella direzione di rimuovere divari e discriminazioni legati al genere. Il documento condanna inoltre qualsiasi atto di discriminazione dello sport al femminile veicolato con qualsiasi mezzo e basato su origine etnica, credo religioso e orientamento affettivo.

Prevista anche una costante ed attenta attività di monitoraggio con raccolta di dati sulla pratica sportiva in tutte le strutture presenti nei territori e l’adozione di strumenti (buone prassi, campagne promozionali, investimenti e qualunque altra azione) in collaborazione con famiglie, scuole e associazioni sportive, che possono rivelarsi utili per colmare divari di genere.

La Regione si impegna ad affiancare Federazioni sportive nazionali, associazioni e società sportive dilettantistiche nel prevenire molestie, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione prevista dal Codice delle pari opportunità. Ed inoltre a tutelare dignità, autodeterminazione, serenità e felicità delle atlete e a sostenere campagne informative contro ogni azione discriminatoria realizzata con ogni mezzo (parole, gesti, stampa, social, web, immagini e atti persecutori di ogni genere) con lo scopo di screditare, sbeffeggiare, sminuire, svilire, annichilire, demotivare, mortificare lo sport femminile.

L’impegno regionale si estende inoltre al supporto e al patrocinio di iniziative di soggetti che operano nel settore sportivo che perseguano le finalità della Carta e ad utilizzare, in qualsiasi atto di sua competenza, un linguaggio di genere inclusivo e non discriminatorio.

La Carta infine istituisce il Premio ‘Donna di Sport’: un tributo ad atlete, dirigenti, tecniche, giornaliste che abbiano promosso o organizzato eventi sportivi, anche a fine di solidarietà e che abbiano dato un contributo di valore alla crescita dell’immagine positiva, educativa e originale dello sport femminile, in Italia e nel mondo.

La Toscana della Donne, queste le premiate all’incontro sullo sport al femminile

Una rappresentanza della Toscana dello sport al femminile è stata premiata oggi al Centro Tecnico di Coverciano in apertura dell’incontro dal titolo ‘Donne e sport: cambiamo le regole del gioco’ nell’ambito della terza edizione de ‘La Toscana delle Donne’.

Ecco i loro profili.

Lisa Angiolini (nuoto) nasce a Poggibonsi (SI) il 29 giugno 1995. Entra stabilmente in nazionale dal 2021, a 26 anni e sale subito sul podio europeo con il bronzo nella 4×200 stile libero a Budapest. L’anno successivo, agli europei di Roma, arriva l’argento nei 100 rana. Nello stesso anno ai Giochi del Mediterraneo che si tengono in Algeria firma una tripletta d’oro: 50 e 100 rana e staffetta 4×100 mista. Quest’anno, ai Campionati Italiani Assoluti di Riccione si laurea campionessa, sempre nei 100 rana, staccando il pass individuale per la sua prima Olimpiade dove resta fuori dalla finale per 16 centesimi.

Irene Siragusa (atletica) nasce a Poggibonsi (SI) il 23 giugno 1993. Cresciuta a Colle Val d’Elsa è laureata in Mediazione Linguistica in ambito turistico-imprenditoriale e poi alla magistrale con competenze testuali per la promozione turistica all’Università per Stranieri di Siena. Nel 2017 vince l’oro nei 200 metri alle Universiadi dopo l’argento sui 100 diventando la quinta italiana di sempre in entrambe le distanze. Nel 2018 ha stabilito il personale in 11.21 nei 100, secondo crono di sempre in Italia, dietro solo alla primatista Manuela Levorato. Debutto olimpico nel 2021 a Tokyo. A Parigi ha gareggiato nella 4×100 fermandosi alle batterie.

Caterina Banchelli (pallanuoto) nasce a Firenze il 25 settembre 2000. Inizia con nuoto ed atletica ma nel 2012 si avvicina alla pallanuoto dove come portiere, tra giovanili e prima squadra, difende per dodici stagioni la porta della Rari Nantes Florentia. Nel 2023 si trasferisce alla SIS Roma e conquista la Coppa Italia. Con la Nazionale conquista due bronzi (Europei 2022 e Mondiali 2023) e partecipa alle Olimpiadi a Parigi. Subito dopo, settembre 2024, annuncia il ritiro dall’attività agonistica per proseguire gli studi.

Costanza Cocconcelli (nuoto) nasce a Bologna il 26 gennaio 2001. Tesserata per Nuoto Club AzzurrA91, società felsinea, si allena a Firenze sotto la guida del tecnico rarino Paolo Palchetti. Entra in Nazionale nel 2019 e agli europei in vasca corta a Glasgow stabilisce il nuovo record italiano nei 100 misti, successivamente abbassato in altre gare. A Parigi la sua prima Olimpiade.

Eva Ceccatelli (sitting volley) nasce a Pisa il 2 maggio 1974. A 25 anni i primi sintomi di sclerodermia, una rara malattia autoimmune, che la costringono a stare diciassette anni lontana dai campi da gioco. Dal 2016 inizia la sua seconda carriera sportiva grazie al sitting volley. Tanti i momenti significativi a livello agonistico. Su tutti l’argento europeo vinto con la Nazionale nel 2019, risultato che ha permesso la qualificazione ai Giochi di Tokyo, dove ha conquistato il sesto posto, e l’oro al campionato Europeo 2023 a Caorle con la conquista del pass per Parigi 2024 dove il piazzamento finale è stato il quinto posto.

Giulia Aringhieri (sitting volley) nasce a Livorno il 31 maggio 1987. L’evento che le cambia la vita, sportiva e non solo, arriva all’età di 21 anni quando le viene diagnosticata la sclerosi multipla (Sm). Dopo aver vinto tutto a livello italiano con il Dream Volley Pisa, Giulia diventa un punto fermo della nazionale. Anche per lei un oro e due argenti europei, la prima storica qualificazione alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 e la conferma per quelle di Parigi.

Elisa Spiedacci (sitting volley) nasce a Massa il 12 luglio 1990. Nel 2015 contrae il meningococco di tipo C che le causa l’amputazione del piede sinistro e la perdita di alcune falangi della mano. Ricomincia a praticare pallavolo ma nella versione paralimpica e con il Dream Volley Pisa vince moltissimo. In nazionale vince un argento e un oro agli europei e fa il suo esordio paralimpico a Parigi.

Greta Elisabeth Muti (pararowing) nasce ad Hannover l’8 giugno 1994 ma è toscana d’adozione: vive all’Isola del Giglio (LI) e lì ha iniziato a remare assistendo al Palio Marinaro di San Lorenzo. Frenata da una paralisi alla spalla sinistra fin dalla nascita, Greta si appassiona alla disciplina. Convocata per la prima volta in nazionale nel 2018, raggiunge risultati importanti in competizioni europee e mondiali fino alla qualificazioni alle paralimpiadi prima di Tokyo (5° posto) e quindi di Parigi (6° posto).

Alice Tortelli (calcio) nasce a Firenze il 22 gennaio 1998. Difensore e capitano della Fiorentina per la quale è tesserata dal 2015. Con la maglia viola ha vinto uno scudetto (2017), due Coppe Italia (2017 e 2018) e una Supercoppa Italiana (2019). 217 le presenze complessive in viola, due quelle con la Nazionale.

Lucia Pastrenge (calcio) nasce a Monza il 15 marzo 2002. Centrocampista, cresce calcisticamente nelle giovanili dell’Inter dove gioca dal 2018 al 2021 prima di approdare al Como in serie B. Conquista la serie A con i lariani al termine della stagione 2022 e nell’estate del 2024 passa a titolo definitivo alla Fiorentina. Finora per lei 9 presenze e 1 gol in maglia viola.

Fiamma Cocchi (paraclimbing) nasce a Firenze 46 anni fa. A causa di una malformazione congenita perde una gamba da giovanissima. Psicoterapeuta, entra in contatto col mondo dell’arrampicata sportiva nel 2022. A giugno 2024 diventa prima campionessa italiana ed entra in Nazionale; poche settimane dopo è argento ai campionati europei. Nel 2028 la sua disciplina diventa paralimpica, il sogno di Fiamma è partire per Los Angeles.

A.S.D. Pallavolo Castelfranco. Per la squadra allenata da Marco Bracci (plurimedagliato della Nazionale di volley maschile dell’era Velasco) il 2024 ha portato grandi risultati: dopo aver vinto la Coppa Italia di serie B1, ha centrato la storica promozione in serie A2.

 

(18 novembre 2024)

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