di Paolo M. Minciotti
Il Carnevale di Viareggio 2025 è dedicato alla pace: buono a sapersi, perché avendo vissuto questo scrivente in quella città che con sprezzo del pericolo gli abitanti definiscono la piccola Parigi, il ricordo è quello di abitanti abbastanza rissosi, poco educati, rudi, quasi per niente tolleranti e respingenti nei confronti dello straniero – nel senso di non indigeno. Certo hanno anche dei difetti, come tutti.
Non si può quindi che accogliere con giubilo l’idea di dedicare un manifestazione come quella del Carnevale di Viareggio, procedente ormai per forza d’inerzia, al tema della Pace, quella vera ci si augura, che è quel modus comportamenti che parte dalle piccole cose e favorisce il rispetto a partire dalle parole. Affiancare alla solita sfilata anche laboratori sul savoir-vivre, sul linguaggio inclusivo, su come gestire l’aggressività e sull’importanza dell’inclusione potrebbe persino giovare alla manifestazione. Oltre che agli indigeni, bien sur.
Certo poi non sarebbe più Carnevale e sarebbe la realtà che è cosa, come tutte e tutti sappiamo, con la quale non si fanno i conti volentieri.
(9 febbraio 2025)
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