Edoardo Prati al Next Generation Fest 2024

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di Redazione Toscana

Venti anni e la scelta di raccontare la cultura classica sui social. Una passione non proprio comune. E’ Edoardo Prati, che crede “nel valore civile della letteratura”. E lo dice: “La mia passione nasce da un desiderio di immedesimazione e il mio è uno scopo in fondo profondamente politico”. “Ma non chiamatemi divulgatore – mette le mani avanti – e neppure influencer. Umanista alla fine è l’ombrello che meglio raccoglie tutto quello che faccio, di uno che fa arte quando in teatro, che legge libri e dialoga con il pubblico”.

Da questo punto di vista i social sono una strumento potentissimo. “Facilmente però aperto agli estremi, a chi ti beatifica e a chi ti odia, è questo è il limite più forte”. Un’opera classica che più si adatta al contesto storico di oggi? “Il Decameron per il valore del racconto, che crea una nuova superficie sociale su cui ricostruire la serenità perduta”. Sui muri? “Vanno abbattuti quelli che dividono e contrappongono le generazioni, magari con una tavola rotonda che li fa dialogare”.

E se proprio siete gente che non si aspetterebbe tanta ressa dissertando di filosofia, non si stupisca per la ressa al firmacopie del Prof. Galimberti.

Succede anche questo al Next Generation Fest 2024, dove nel corso della mattina si è creata una lunga fila per il “firmacopia” del filosofo Umberto Galimberti, autore di libri come “Psichiatria e psicologia”, “L’etica del viandante”, “Credere”, “Il tramonto dell’Occidente” o “La condizione giovanile nell’età del nichilismo”.

Umberto Galimberti non ne la mandate a dire, come da sua abitudine, che in chiusura di mattinata non ha perso troppo tempo a raccontare come si deve lo stato in cui i giovani oggi vivono, “molto più tragico di quanto loro stessi pensino”. Lo fa senza cercare parole di conforto, con lucida freddezza.

“Da quindici a trenta anni si ha il massimo di potenza ideativa – dice – ma se si utilizzano i giovani con lavori in affitto, a progetto o part time è chiaro che non si utilizza questa potenza, i giovani smettono di credere nelle proprie potenzialità e la società non può che degradare”.

“La sofferenza dei giovani oggi è soprattutto la mancanza di futuro – ha sottolineato –. All’epoca mia il futuro era lì ad aspettarmi: oggi no.  E se non c’è futuro viene meno la motivazione. La società chiede ai giovani solo forza e bellezza. I giovani combattono contro i cambiamenti climatici per salvare la Terra, ma sono i soli a crederci e a farlo. E non hanno armi di ricatto.

 

 

(12 ottobre 2024)

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