di Redazione Cultura
Sono trascorsi esattamente 40 anni da quando l’antiquario di origine fiorentina Giorgio Baratti, dopo 20 anni di carriera, decise di aprire la sua galleria d’arte a Palazzo Bigli Ponti di Milano, una dimora di epoca sforzesca situata a Milano nel quartiere dei Borghi, presso Via Monte Napoleone.
La ricorrenza, insieme ai quasi 60 anni di attività, saranno festeggiati con la presenza di Baratti alla Biennale Internazionale di Antiquariato di Firenze (Biaf) per la seconda edizione consecutiva, dopo l’esordio del 2019, dal 24 settembre fino al 2 ottobre 2022.
Anzi, questa volta Baratti raddoppierà gli spazi, poiché avrà a disposizione uno stand doppio – numeri 77 e 78, il più grande dell’intera Biennale – dove sarà in esposizione una cinquantina di opere tra dipinti che variano dal Cinquecento al Settecento, sculture, oggettistica e mobili, tra cui una rarissima credenza certosina di dimensioni considerevoli, del XV secolo.
Visitare gli stand di Giorgio Baratti in pratica sarà come entrare in un affascinante, ricchissimo museo, dove ammirare solo opere d’arte di grande suggestione.
Uno dei pezzi più rilevanti della collezione di Giorgio e che ha scelto di portare alla Biennale di Palazzo Corsini a Firenze è il bassorilievo centinato in marmo di Gregorio Di Lorenzo (Firenze 1436 ca. – Forlì 1504 ca.) denominato Madonna col Bambino che stringe un uccellino e due cherubini e già proveniente dalla collezione di Carlo De Carlo. Schedata nel 2013 da Giancarlo Gentilini, l’opera mette in luce le capacità dell’artista che fu allievo di Desiderio da Settignano e costituisce uno degli esemplari più raffinati della sua attività.
Vi è poi un’elaborata e fastosa placchetta di considerevoli dimensioni – opera dell’artista fiorentino Antonio Averlino detto il Filarete – dell’inizio della seconda metà del Quattrocento, in forma di edicola architettonica ornata da esuberanti motivi di gusto archeologico, in origine utilizzata come pace o altarolo portatile (lo attestano i due punti di giunzione di una maniglia poi rimossa visibili sul retro), raffigura la Vergine che allatta il Bambino tra due angeli adolescenti, uno dei quali lo sostiene premurosamente, e due piu giovani angioletti musicanti con liuto ed arpa. La scena è ispirata da un piccolo rilievo di Donatello che si trova al Victoria and Albert Museum di Londra.
Tra i dipinti spicca senza dubbio il Nudo maschile che il pittore parigino Jean François Lagrenée realizzò nel 1760, anno in cui viene realizzata l’opera, è l’anno in cui Lagrenée viene ingaggiato presso la corte russa di San Pietroburgo come direttore dell’Accademia di Belle Arti; il nudo qua offerto, strepitoso nella qualità pittorica, ha la dignità di un Cristo deposto e verso questo prototipo iconografico Lagrenée guarda per la disposizione del corpo, magnificamente intatto e adagiato su rovine classiche.
C’è poi l’olio su tela raffigurante il Martirio di Sant’Agnese, dipinto inedito attribuito a Jusepe de Ribera, probabilmente iniziato prima del 1640 e completato da Francesco Fracanzano per quanto concerne le figure in secondo piano.
E ancora la suggestiva Ultima cena del veneziano Francesco Zugno, tra gli allievi di Giambattista Tiepolo, ma dotato della particolarità di essere molto vicino al grande maestro, ma al tempo stesso abile nel saper personalizzare i suoi insegnamenti, inserendone una vena quasi ironica e scherzosa, anche se talvolta un po’ manierata. Di questo artista Baratti propone, come unica documentazione di un’Ultima cena ormai andata perduta, questo modelletto, che rappresenta la testimonianza preziosa nella ricostruzione globale degli interventi commissionati allo Zugno per l’Isola di San Lazzaro.
Infine la bellissima Sant’Orsola, capolavoro del veneziano Girolamo Forabosco (Venezia 1605 – Padova 1675), che ritrasse una misteriosa dama seguendo i canoni dei grandi specialisti del Cinquecento quali il Giorgione, Tiziano, Palma il Vecchio fino al più vicino Lotto e che oggi appare di un fascino senza tempo.
(13 settembre 2022)
©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata