Ripetere giova. Anche se non a tutti. Perché poi a forza di ripeterti diventi Donzelli. Così ecco il prode collaboratore meloniano e deputato della Repubblica rinverdire i fasti verbali della leader dell’Io, Patria e Famiglia, all’indomani della celebrazione della monarchia ereditaria dentro Fratelli d’Italia, rispolverando il fallimentare slogan della leader – uno dei tanti – che gridava “Ci vuole il blocco navale” con tanto di hashtag #blocconavalesubito.
Naturalmente della questione Meloni non ha fatto nulla. Come nulla ha fatto di tutto ciò che ha promesso – e in effetti ha promesso tutto e il suo contrario – facendo esattamente l’opposto di quanto promesso in campagna elettorale. Donzelli era già lì e continua ad essere dove stava, non ci si spiega dunque perché all’indomani del congresso a porte chiuse che ha celebrato il potere assoluto del cerchio meloniano sul partito di cui è fondatrice, insieme ad alcuni altri, la presidente del Consiglio ritiene di doversi nuovamente pronunciato su una roba improponibile che non trova riscontro nell’oggettività degli accadimenti e che trova invece prosecuzione in un racconto mendace che parte dalla Tunisia, città di Sfax, quella Tunisia che, secondo Meloni, avrebbe dovuto risolvere la questione dopo l’accordo fortemente voluto dalla nostra presidente del Consiglio con un premier che oltre alimentare odio contro gli africani di pelle nera, non ha fatto.
E siamo a un’altra delle tante promesse non mantenute. Donzelli ora rilancia come se dentro FdI avesse voce in capitolo.
(13 settembre 2023)
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