L’intero deposito Eni di Calenzano (Firenze) dove c’è stata l’esplosione del 9 dicembre 2024 è stato posto sotto sequestro dalla procura di Prato per svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio alle pensiline di carico. L’Eni ha chiesto di potere smaltire correttamente acque potenzialmente inquinanti. E il permesso è stato accordato.
Tutte le attività di approvvigionamento, di stoccaggio e di distribuzione carburanti rimarranno ferme fino a quando sarà necessario. Secondo le ultime informazioni il 9 dicembre scorso, al momento dello scoppio, una manutenzione straordinaria resasi necessari “su apparati che ne avrebbero necessitato da anni”. Lo scrive il Corriere citando alcuni risultati emersi dai primi accertamenti della procura di Prato a poco più di 48 ore dall’esplosione.
La procura indaga sulle modalità della manutenzione riguardo all’innesco dell’esplosione.
(11 dicembre 2024)
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