di Redazione, #Politica
E’ obbligatorio aprire con uno dei tanti tweet diretti non a un pubblico senziente, ma all’elettore tipo del nostalgicismo da dio patria e famiglia, che messa così senza maiuscole sembra addirittura un po’ irriverente: un tweet della leader Meloni che è tutto un amore per la Patria e per il suo Paese, che manifesta insinuando dubbi su sul “vilipendio dal presidente della Repubblica” Mattarella.
Mi auguro ci siano ragioni solidissime per la retata nei confronti di 11 persone accusate di una “rete sovranista” su internet e forse di “vilipendio al Presidente della Repubblica”. Altrimenti ci troveremmo davanti a un episodio che ricorda i peggiori regimi autoritari pic.twitter.com/qUFkNTHoiy
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) May 11, 2021
Non spendiamo parole nostre per commentare ciò che commentare non si può – come Meloni esprime benissimo nel post realizzato a beneficio, si direbbe esclusivo, di chi è affascinato dalla sua disarticolata opposizione, perché in questo paese bisogna pur essere contro qualcosa e si guarda comunque a chi grida di più, poco importa quel che dice – ma prendiamo in prestito il pezzo che Rainews.it ha scritto lo scorso 11 novembre.
Perquisizioni in numerose città italiane nei confronti di 11 indagati per aver insultato e minacciato sui social il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A individuarli sono stati i carabinieri del Ros del Reparto Anticrimine, coordinati dal procuratore capo Michele Prestipino con i pm Eugenio Albamonte e Gianfederica Dito, che hanno eseguito le perquisizioni con il supporto dei comandi Provinciali Carabinieri di Roma, Latina, Padova, Bologna, Trento, Perugia, Torino e Verbania. Le perquisizioni rientrano in un più ampio approfondimento che la Procura della Repubblica di Roma sta svolgendo da tempo con il ROS – Reparto Anticrimine della Capitale, che già nello scorso agosto ha eseguito analogo provvedimento, per delega della stessa Autorità Giudiziaria, nei confronti di un 46enne residente nella provincia di Lecce, molto attivo su Twitter.
Rainews.it, nell’occhiello dello stesso articolo, parla di “Undici indagati tra cui un professore universitario” cita una fonte dei Ros secondo la quale è stata “Elaborata strategia di aggressioni a istituzioni”.
Che Meloni insinui nel suo post su Twitter subbi su presunti “regimi autoritari” non stupisce nemmeno tanto, considerando le sue alleanze a Bruxelles e la cultura politica dalla quale proviene i “regimi autoritari” dovrebbe conoscerli bene, così bene da straparlarne, per tacere di certi candidati da saluto romano e certe manifestazioni pubbliche di consigliere regionali del suo partito che ricordano il 25 aprile celebrando undici nazisti morti, ma da una segretaria di partiti che è tutta dio patria e famiglia, la famiglia che devono farsi gli altri e soprattutto che non devono farsi le coppie dello stesso sesso, ci si aspetterebbe un maggiore rispetto istituzionale e per il Presidente della Repubblica.
Ci si aspetterebbe, mica la si vuole obbligare.
(12 maggio 2021)
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